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    Come dialogare con il Guru: l’Hukam

    Sat nam,
    Mi emoziona un po’ parlare di qualcosa di così prezioso per tanti Sikh nel mondo, ovvero il loro testo sacro: Guru Granth Sahib, quello che viene da loro considerato l’undicesimo Guru.

    Accogliendo nel cuore, come insegnante e praticante, gli insegnamenti di Yogi Bhajan, non sono diventata Sikh perchè non è necessario fare questo passo per insegnare il kundalini yoga e per praticarlo, ma ci sono andata molto vicina, anni fa, in un momento di grande prossimità a Shiv Charan Singh e alla mia anima. Alla fine questo passo non l’ho fatto, credo soprattutto perché sono uno spirito libero, un po’ come Siddharta nel bellissimo libro di Hermann Hesse. Posso però affermare che mi sento Sikh nel cuore e sono convinta che in qualche vita passata io sia stata un guerriero Gatka, lo sento per come mi arriva tutto quello che riguarda questa religione. Condivido tantissimi valori che promuove, ma sono un po’ refrattaria a tante regole che le religioni inevitabilmente portano con sé. Sono una sikh-ricercatrice-ribelle che ha deciso di inchinarsi al proprio cuore.

    Il Guru Granth Sahib e la Shabd Guru

    I Sikh hanno come riferimento spirituale-evolutivo 11 Guru, 10 esseri umani realmente vissuti, che hanno lasciato un tesoro di scritti e gesta che continuano ancora oggi a sostenere tutti quelli che ne riconoscono l’importanza e la verità. L’11 Guru, però, è un libro sacro: il Siri Guru Granth Sahib, che è trattato dai Sikh come un Guru vivente.

    Questo testo sacro è composto da 1430 pagine e contiene versi creati dai 10 Guru ma anche da altri Santi di altre religioni, come l’induismo e l’islamismo. Questa raccolta di inni è una miniera preziosa per la pratica del Naad yoga, accessibile ad ognuno di noi, oltre le religioni da cui proveniamo, in quanto vibrando le parole che vi sono racchiuse, possiamo portare in noi la consapevolezza con cui queste grandi anime hanno composto questi inni.

    Per comprendere l’importanza di un testo sacro come il Guru Granth Sahib, è necessario parlare del potere del suono sacro. Molti dei mantra utilizzati durante le pratica del Kundalini Yoga sono inclusi in questo testo sacro e fanno parte di una parte degli insegnamenti che si chiama Shabd Guru. Shabd viene da “sha” (espressione dell’ego) e da “bd” (tagliare o sradicare); quindi “quel qualcosa che taglia l’ego”. Guru significa insegnante o conoscenza che ti trasforma. Quindi è un suono che, tramite la sua vibrazione, ha il potere di tagliare l’ego che tiene lontana la verità… e non solo! I mantra (e in particolare la Shabd Guru) sono strumenti creati dalle menti nitide, neutrali ed in connessione profonda con il potere dell’infinito, il che li rende degli ottimi rimedi contro le malattie dei nostri tempi.

    Le shabd risvegliano l’anima, puliscono la mente e non dipendono da nessuna identità finita, ego o gruppo. I Guru hanno cantato shabd che, attraverso il potere della reale corrente sonora, fondono colui che li recita nell’infinito, oltre i limiti del tempo e dello spazio

    da “L’insegnante dell’era dell’ Acquario”

    La storia e la struttura del Guru Granth Sahib

    Nel 1708 fu il decimo Guru, Gobind Singh, a dire che dopo di lui non ci sarebbero stati più Guru umani, ma che i Sikh dovevano considerare Il Guru Granth Sahib come il loro prossimo e definitivo Guru.

    La composizione del Siri Guru Granth Sahib fù iniziata da Arjan Dev, il quinto Guru, che nel 1606 che in un unico volume chiamato Aad Granth Sahib, selezionò le shabad che erano state tramandati dai primi quattro Guru: Guru Nanak, Guru Angad, Guru Amar Das e Guru Ram Das. Inoltre, oltre ad aggiungere anche molte delle sue shabad, ne inserì anche quelle di trentasei santi e filosofi induisti e musulmani. Questo mix di preghiere fu un atto molto coraggioso: per la prima volta una religione incorporò le opere di devoti di altre religioni nel proprio testo sacro. Un atto come questo riflette uno dei pilastri su cui si poggia tutta la fede dei Sikh: che esiste un solo Dio e un’unica famiglia costituita dall’umanità come figli di Dio. Con il tempo furono aggiunti gli inni di Guru Teg Bahadur, il nono Guru, da Guru Gobind Singh il decimo, e così il Guru Granth Sahib fu completato.

    Il Guru Granth Sahib contiene inni di molti compositori scritti in ben 22 lingue, che sono poi stati riscritti in Gurmukhi, una lingua in qualche modo simile all’esperanto. La sua base è il sanscrito e fu formulato per avere un linguaggio semplice accessibile a tutti.

    La particolarità del Guru Granth Sahib è che è strutturato per essere cantato, infatti la divisione delle 1430 pagine che lo compongono è basata sulla musicologia indiana. Ogni salmo o canto è preceduto da un numero, che indica il nome del compositore-Guru da Guru Nanak in poi. Tutto questo per assicurare un flusso naturale della lettura.

     


    Il significato del Siri Guru Granth Sahib

    Se dividiamo le sillabe delle parole del nome di questo testo sacro, possiamo comprendere immediatamente la sua essenza e importanza:

    Siri significa grande, rappresenta l’intera luce della creatività del sole. Guru da Gu il buio a Ru la luce, dall’ignoranza alla consapevolezza. Granth: “Gra” signifca nodo, “an” significa finale e “naath” proprietario, maestro, dio. Oggi cosa che crea una relazione finale con Dio è chiamata Granth.

    Sahib da “sa” infinito e “hib” che vuol dire ora, la totalità è qui e adesso.


     

    Parlare con Guru Granth Sahib Ji

    Visto che il Guru Granth Sahib è un vero e proprio Guru, i Sikh si rivolgono a lui per chiedere consiglio. Lo fanno attraverso la tradizione di ricevere un Hukumnama, che letteralmente dignifica “decreto reale”. L’Hukam o l’Hukmnama può essere preso da chiunque, non solo dai Sikh, e si può ricevere in 3 modi:

    1. Lo puoi ricevere in una Gurudwara (il templio Sikh), eseguendo prima un’Ardas (preghiera) di fronte al Guru Granth Sahib, in questo Ardas puoi porre una domanda o semplicemente chiedere al Guru Ji di benedirti con alcune parole di saggezza spirituale. A fine preghiera, con le mani apri le pagine del Guru Granth Sahib Ji a caso e la prima Shabad nella pagina di sinistra di Guru Ji è l’Hukumnama/risposta che hai richiesto.
    2. Se invece hai un tuo testo puoi farlo in autonomia rispettando una semplice procedura: dopo aver coperto la testa e lavato le mani, ti alzi e offri una preghiera. Fai un’offerta e porti la fronte al pavimento, quindi ti siedi vicino al Siri Guru Granth Sahib. Dopo aver cantato qualche linea di una preghiera appropriata o mantra, in modo meditativo chiedi aiuto. In modo reverente apri le pagine del Siri Guru Granth Sahib a caso. Quando vedi la prima sezione della shabad o preghiera che inizia nella pagina, leggila, è il messaggio del Guru per te.
    3. Se non hai una Gurdawara vicino o non possiedi il testo, puoi andare sul sito Siknet dove potrai richiederlo online. Sicuramente può essere importante portare uno spazio di preziosità e cura così come se lo facessi dal vivo. Potrai inoltre ascoltarne la pronuncia e stamparlo scegliendo anche la cornice. Mettilo poi in un luogo a te caro e trattalo come se fosse davvero un messaggio importante e caro al tuo cuore.

    Ricorda che un Hukam si comprende con il cuore non con la testa, lascia le parole del Guru entrare e il significato arriverà e sarà chiaro.

    Universalità dell’Hukam

    Quello che ho capito è che prendere un Hukmnana è lasciar parlare la voce dell’infinito, di Dio, del Guru dentro di noi (dai il nome che senti per te vero). Non succede solo in questo rito della cultura Sikh, per me accade anche quando estraggo causalmente una carta da un mazzo dedicato agli angeli o del Jap Ji (un altro testo sacro che è l’apertura del Siri Guru Granth Sahib). Spesso ho ricevuto messaggi importanti anche dai bigliettini dello yogi tea che prendo la mattina a colazione, non sono anch’essi dei piccoli Hukam? Credo che le vie dell’invisibile si esprimano in modi misteriosi che possiamo riconoscere e ascoltare solo con la nostra intuizione e il nostro cuore. Se sei disponibile all’ascolto, ti accorgerai che i messaggi arrivano sempre, dobbiamo a volte sono richiederli e accettarli.

     

    Testi liberamente tratti da: Sikhnet | Centroastalli | Sikhisewasociety

     

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